“L’uomo collerico suscita litigi, il lento all’ira seda le contese” (Pro 15,18). La Bibbia insiste sui danni provocati dall’ira incontrollata. L’iracondo commette molte colpe come si legge nei seguenti passi dei Proverbi: “L’iracondo compie sciocchezze, il riflessivo sopporta” (14,17). Al contrario “Una risposta geniale calma la collera, una parola pungente eccita l’ira” (15,1). Il contrario dell’ira è la dolcezza; essa, come dice il proverbio, “è la forza del savio, mentre l’ira è dello stolto”. Secondo un proverbio popolare “chi si sveglia già arrabbiato tutto il giorno ha rovinato”. Dunque, a nulla giova lasciarsi prendere dall’ira.
Da tre cose si riconosce un uomo: dal suo bicchiere, dalla sua borsa, dalla sua ira. Infatti, chi sa amare - dice l’apostolo Paolo - non cede alla collera e dimentica i torti ricevuti. E questa è virtù. Certo è che se con i nostri peccati suscitiamo l’ira di Dio, con la nostra virtù suscitiamo l’ira degli uomini. Ma si sa: ogni virtù è premio a se stessa.
Amico, ricorda! Se sai frenare la tua ira hai vinto un grande nemico.