La pandemia ha inaugurato un tempo di sofferenza e di incertezze, di timore e di preoccupazione per tutto ciò che accade e può accadere in noi e attorno a noi.
E’ facile constatare che nei momenti di grande sofferenza come quelli che stiamo vivendo, esistono movimenti meravigliosi di tanta solidarietà, spontanea e disinteressata. Un amore che ci sorprende per la generosità di chi si prodiga per gli altri fino a mettere a rischio la propria vita.
In questi mesi ho potuto notare come persone che consideravo normali di fronte al dolore altrui hanno manifestato tanto altruismo e dedizione. Può sembrare un paradosso ma è così: spesso il dolore diventa il terreno dal quale può sbocciare tanto amore, è come un fuoco che si accende nel cuore e cambia tutto. Improvvisamente usciamo da noi stessi e l’esistenza riceve un significato nuovo e profondo.
Comprendiamo allora quello che dice Gesù riguardo alla sua Passione: “Non c’è amore più grande che dare la vita”. Sono convinta che questa pandemia porta tanta sofferenza ma è anche foriera di grande amore.
Se il virus è contagioso l’amore, specie se animato da spirito evangelico, lo è